PRESENTAZIONE
Lo spettatore riconosce subito le modalità di una pittura che potremmo anche definire post-impressionista ma che in realtà non è che il portato di una fantasia che nasce dall'occhio e si volge alla fantasia, per poi riassumere la sua cadenza nella scioltezza morbida del tono.
Alla fine si riconosce in Fontanella un senso di armonia che nasce da un animo romantico, volto alla spiritualizzazione del dettato visivo. Nessun artifizio; nessuna esibizione. Le vibrazioni della forma e del colore nascono dalle matrici biologiche dell'essere, dove nasce un tipo di ordine che si potrebbe definire organico-cellulare. Tutto diventa fluido, inerente alla natura stessa dell'artista. Al fondo può esserci persino la veduta romantica della laguna di Venezia: anch’essa diventa il “topos" di una trasfigurazione del mondo…
Paolo Rizzi
Critico d’Arte
giovedì 22 novembre 2007
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